Palle di vetro (snowballs)

palle
Sono diventato collezionista perché un giorno mi ruppero le PALLE.
Ovviamente, parlo del mio hobby, cioè collezionare Palle di neve.
Per me possedere questi oggetti è come possedere dei veri e propri “Mondi in miniatura”, contenuti in una boccia di vetro.
Chi non ha mai tenuto in mano una palla di neve ed agitato il suo contenuto? Impossibile restare indifferenti e, ancor di più, resistere alla tentazione di scuoterla … ed ecco che comincia la magia: delicati fiocchi di neve iniziano a volteggiare, soffici e leggeri, intorno ai personaggi, ai paesaggi o agli edifici racchiusi nella sfera di cristallo.
Pensate, allora, quale “trauma” può colpire un ragazzo di 11 anni che, avendo sempre sognato di possederne un paio, ad una gita scolastica agli scavi di Pompei ne compra due e, di ritorno dalla gita, mentre sta per scendere dal treno, alla stazione del suo paese, una bifolca con un grosso cesto, nel quale portava un grosso gallo, nel salire urta violentemente le palle facendole rompere.
Inizia da quel momento il desiderio di averne tante…tante…tante.
Qualcuno si domanderà quando sono nate le palle di neve? Non esiste una data di nascita “ufficiale”; quel che si sa con certezza è che il primo a menzionare una palla di neve fu un americano, un commissario per le opere di cristallo dell’Esposizione Internazionale di Arti e Mestieri di Parigi del 1878. Infatti, in un suo comunicato troviamo per la prima volta la descrizione di sfere di cristallo al cui interno c’era la statuina di un uomo con l’ombrello: queste contenevano una polvere bianca che, agitata, creava l’effetto di una nevicata.
Purtroppo, però, non sappiamo chi le producesse o da quale Paese provenissero. Qualunque sia la loro origine, comunque, le palle di neve conobbero subito un grande successo: la loro produzione si diffuse immediatamente, e presto nacque anche il collezionismo legato a questi oggetti.
Palle di neve di Carlo Casale (Snow Balls): un’incredibile collezione da oltre 2000 esemplari.