Il matrimonio e l’urgenza

the ambassadors

Tanti sono gli episodi da raccontare del periodo delle serate fatte col complessino, ma questa storia, ogni qualvolta la racconto, mi fa ridere al solo pensiero di quanto accaduto…
Eravamo andati a suonare ad un matrimonio serale in provincia di Salerno, esattamente in una Cascina, un vero e proprio matrimonio rurale, tra una sosta e l’altra si mangiava di tutto e di più, e data l’occasione, si beveva anche troppo.
Nel bel mezzo di un tango (s)figurato il bassista, di cui, per la privacy, non riveleremo l’identità venne colpito da un forte ed irresistibile attacco diarroico, che ci costrinse a ridurre il brano musicale con un abile “ad libitum”.
Carlo in fretta e furia schizzò fuori dal locale, sbottonandosi strada facendo, fino a raggiungere l’agognata meta tra le auto in sosta.
Emettendo strani muggiti, misti di dolore e soddisfazione, godette nel liberarsi degli escrementi diarroici, causa dell’improvvisa sofferenza, accompagnando il tutto con assoli di tromba anale che in men che non si dica appestarono l’aria circostante. Persino le spighe di granturco, appena germogliate, si piegarono all’esalazione di una tale nube tossica umana.
Ma tutto ad un tratto sentì il sibilo dell’aprirsi di un finestrino, dal quale scorse la testa un omone che, con aria schifata, imprecò contro l’ignaro Carlo, il quale aveva, involontariamente, interrotto un amplesso occasionale.
Quest’ultimo senza scomporsi e mostrando il dito indice al malcapitato, chiese: ”scusate, tenesseve nu poche ‘e carte?”……
La fine del mondo, Carlo fu costretto a scappare per i campi inseguito dall’energumeno imbestialito.
Trovò, per fortuna, riparo arrampicandosi su una pianta di “cachi” e salvato dai componenti del gruppo allertati dalle grida minacciose del focoso bifolco.
Il tutto, comunque, si risolse con una dedica musicale: “Non son degno di te”, grande successo di Gianni Morandi degli anni ’60.